Portfolio di Maurizio Di Fiore

venerdì 28 novembre 2008

Myanmar

Myanmar - Arcipelago delle isole Mergui

Il Myanmar è bagnato dal Mar delle Andamane ed è definito come una delle mete turistiche emergenti. Fino a pochi anni fa era difficile visitarlo, se non impossibile, a causa del regime presente. Ad oggi è invece possibile effettuare una crociera subacquea nell’arcipelago delle Mergui appoggiandosi ad uno dei pochi charters subacquei autorizzati che partono generalmente dalla vicina Thailandia. Noi abbiamo intrapreso questa avventura appoggiandoci all’imbarcazione Giamani, gestita e condotta da un italiano. Dall’Italia si punta verso la Thailandia, con voli di linea diretti come Roma-Bankog oppure tramite istradamento europeo. All’aeroporto ci attende un taxi per portarci a Patong dove è ormeggiata l’imbarcazione di cui saremo ospiti. Arriviamo che è già ora di cena ma anche se stanchi dal viaggio gustiamo le leccornie che ci hanno preparato…i prossimi giorni saranno un vero attentato alla linea. Speriamo di smaltire “le eccedenze” con le immersioni! Un giro veloce tra le bancarelle per turisti, ultimi acquisti da parte dell’equipaggio per le necessità di bordo, magliette, cappellini e occhiali per noi e siamo pronti per tornare su quella che sarà la nostra casa per le prossime due settimane. Le immersioni previste non toccheranno solamente il Myanmar, sulla rotta visiteremo anche le Similan, ancora territorio tailandese. L’arcipelago delle Mergui è in gran parte sconosciuto, si parla di almeno quattrocento isole ma forse più, che partono dal confine con la Thailandia e si estendono verso nord per circa quattrocento chilometri nell’acque del mare delle Andamane. Da Phuket parte la nostra avventura alla scoperta d’isole in gran parte vergini e siti d’immersione poco frequentati e talvolta sconosciuti; l’itinerario non è definito nei particolari, ci lasceremo volentieri rapire dagli impulsi e dalle correnti. Per arrivare alla frontiera birmana di Kaw Thaung, ex Victoria Point, sono necessari un paio di giorni di navigazione durante i quali ci dilettiamo con stupende immersioni alle Similan, a Koh Tasai e Koh Born. Il primo approccio con questo splendido mare ci regala un emozionante incontro con due squali leopardo per niente infastiditi dalla nostra presenza. Arrivati a Kaw Thaung le autorità locali effettuano dei controlli sui nostri passaporti. Sono necessarie fotocopie del passaporto, fototessera, dollari non consumati e un po’ di pazienza. La burocrazia è lenta e lunga, impiegheremo quasi una giornata per sbrigare le necessarie formalità ma il tempo scorre piacevolmente visitando la cittadina di frontiera. Ne approfittiamo per avere i primi contatti con questa nuova terra. Non ancora abituati al turismo di massa, gli abitanti si mostrano cordiali e “simpaticamente” si avviano ad affinare gli approcci commerciali con chi, come noi, passa non più di qualche ora con loro. L’atmosfera è quella dei più classici mercati asiatici, alcune odorose bancarelle vendono verdura, frutta e pesce, altre abbigliamento non ancora mirato al turista. Molti di noi acquistano per pochi dollari delle stoffe chiuse a cilindro che, abilmente annodate, formano la gonna che tutti gli uomini del posto indossano. A vederlo fare a loro sembra così semplice…!

La popolazione ci appare gioiosa e ospitale, i colori dei mercati, i templi e le statue di Buddha riempiono gran parte della giornata. Nel pomeriggio prendiamo nuovamente il largo ma con un ospite in più a bordo: il comandante ci spiega che è un funzionario birmano che ci farà da guida, solo a queste condizioni sarà possibile solcare il loro mare. Prima tappa tre piccolissime isole: Ba Wei, Bo Wei e Cavern. Si tratta di isole di natura rocciosa di dimensioni decisamente piccole. I fondali sono formati da rocce verticali colonizzate da alcionari e gorgonie variopinte, crinoidi dai mille colori contribuiscono ad animare il fondale. Pesci vetro e gamberetti popolano gli anfratti, murene fanno capolino dalle proprie tane. La visibilità non è il punto forte di queste immersioni infatti l’acqua è piuttosto carica di plancton. Incrociando solo alcune imbarcazioni di pescatori, ci rendiamo conto che siamo i soli estranei al contesto. Parte del fascino di questa crociera è dovuto proprio alla assenza di altri turisti e tutto ciò ci fa sentire privilegiati ma ben presto ci accorgiamo che i pescatori che incrociamo farebbero volentieri a meno della nostra presenza, abituati come sono a pescare con tecniche non proprio…ecocompatibili. I giorni successivi visitiamo e dormiamo nelle rade di isolotti sperduti e ingioiellati dalle candide spiagge, dove i tramonti sono unici come le punture inflitteci dai sandfly. Minuscoli e quasi invisibili insetti che sulla spiaggia di Bushby Island hanno banchettato sulla nostra pelle, lasciando il loro pizzicante ricordo per giorni. Le giornate si susseguono con ritmo incalzante, ogni immersione ci fa sentire dei veri pionieri. Nel bene e nel male molti siti che andiamo ad esplorare sono poco conosciuti, se non addirittura vergini. Spesso siamo fortunati e le profondità marine ci svelano emozionanti giochi di colori, come nel caso delle pareti di Three Islands. Una delle immersioni qui svolte è caratterizzata da grotte passanti: spugne e zoantari pennellano di colore gli anfratti e le piccole grotte abitate da pesci accetta e gamberi. Dove non vi sono grotte fanno bella mostra di se pareti verticali popolate da enormi seppie, pesci scorpione e variopinti nudibranchi. Ci spostiamo a ponente e ci immergiamo nell’acque trasparenti delle secche di Nord Ovest e Sud Ovest dell’isola di Twin North. La secca di Nord Ovest è una secca formata da blocchi granitici che si estendono da pochi metri fino a circa 35m di profondità, creando spaccature naturali popolate da una miriade di organismi. Sulle pareti e sui blocchi granitici crescono coralli molli, anemoni e gorgonie giganti sulle quali sono adagiati insoliti crinoidi bianchi. Nel blu riusciamo a scorgere banchi di carangidi, fucilieri e tubi di barracuda. La Secca di Sud Ovest è meno profonda ma ugualmente interessante: enormi pesci palla per niente impauriti si muovono lentamente senza curarsi di noi. Troviamo piccole grotte interamente rivestite da alcionari di vari colori, al cui interno si nascondono pesci vetro. Qui una coppia di pesci scorpione si lascia avvicinare regalandoci dei buoni scatti fotografici. A fine immersione un aquila di mare passa veloce, senza lasciarci alcuna possibilità di catturarne il ricordo. Proseguendo la crociera visitiamo un villaggio di palafitte degli zingari del mare, Majon Galat, nell’isola di Bo Cho.Il villaggio è composto da varie etnie, principalmente da pescatori birmani e Chaw Le. Quest’ultimi, detti zingari del mare, navigano nel mare dell’Andamane tra la Thailandia e il Myanmar con le loro tipiche imbarcazioni dette piroghe, ricavate a mano da tronchi d’albero. Passano i giorni e con essi si moltiplicano le fantastiche immersioni che stanno arricchendo il nostro bagaglio di viaggiatori subacquei. Sicuramente degni di nota si sono rivelati i siti di immersione di Rocky Island, Fan Forest Pinnacle e alcuni faraglioni nei pressi dell’isola di Mc Leod . Rocky Island è formata da due isolotti quasi attaccati; immergendosi sull’isolotto principale è consigliabile mantenersi sui 15/20 metri per trovare bellissime grotte e archi naturali. Scorrendo la parete incrociamo tre seppie giganti, due maschi che corteggiano una femmina. Impegnati nei loro corteggiamenti non sembrano assolutamente infastiditi dalla nostra presenza; uno di loro estende in maniera minacciosa il suo ectocotile (braccio utilizzato per la fecondazione) verso il volto della modella, come a volerla invitare a partecipare ai loro giochi amorosi. Dell’immersione ai faraglioni nelle acque antistanti l’isola di Mc Leod ciò che rimane impresso è il tappeto di anemoni viola che colonizzano una vasta zona di fondale sui dieci metri: il paesaggio che ne esce è degno di un film di fantascienza. Non mancano all’appello variopinti alcionari, lutianidi e fucilieri in caccia. Sempre non lontano da Mc Leod, precisamente a Fan Forest Pinnacle, abbiamo goduto dell’immersione più bella di tutta la crociera. Si tratta di una secca che parte da 4/5 metri fino ad arrivare ad oltre 40. L’acqua è limpida ma in compenso c’è molta corrente; a circa 40 metri circa sono presenti delle gorgonie giganti e molti pesci, carangidi, azzannatori e nuvole di pesci vetro. A questa profondità il tempo di permanenza è abbastanza ridotto, solo pochi minuti per godere di questo spettacolo ed il computer ci avverte che il tempo a nostra disposizione sta per terminare. Continuiamo l’immersione risalendo gradualmente verso il reef della secca tenendolo a sx, a circa 20 m, adagiato su un fondo sabbioso, compare uno squalo leopardo che purtroppo intimorito dalla nostra presenza si allontana velocemente. A fine immersione, sul basso fondale, incontriamo ancora seppie giganti mentre a pelo d’acqua banchi di totani ci fanno concludere nel migliore dei modi questa ultima esplorazione subacquea dell’intera crociera. L’ultima giornata è di navigazione e ci consente di tirare le somme. Scherzando per l’ennesima volta su chi abbia catturato il migliore ricordo fotografico, concordiamo che gli scatti rubati alle profondità del mare, alle spiagge deserte, ai sorrisi dei bambini ci aiuteranno a non dimenticare questo viaggio esplorativo, anche se, come sempre, i ricordi più belli li porteremo per sempre nei nostri cuori.

Maurizio Di Fiore

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